Mamme formato luce.

Stasera ti guardavo.

Di nascosto.

Tu eri concentrata su quella pentola fumante e spezzettavi il prezzemolo.

Non so a cosa stessi pensando, ma eri tremendamente bella.

Quella bellezza che non ha mai sentito la necessità di mettersi in mostra, perché profuma di eleganza.

Quella bellezza che ho sempre ammirato perché riesce a riempire di sé la stanza.

Quando ci sei, casa profuma di buono.

E’ sempre stato così, fin da quando ero piccola.

Era una festa quando non andavi a lavoro e potevo averti tutta per me.

Oppure quando ci sedevamo di fronte a quell’enorme librone delle fiabe, indecifrabile per me all’epoca, e ti ascoltavo incantata per ore mentre davi vita a quelle lettere misteriose.

Ricordo perfettamente il momento in cui quel libro era sparito dalla circolazione perché l’avevi incartato per farmelo trovare di nuovo il giorno dei miei diciotto anni.

Passa il tempo, ma quel librone giallo sarà sempre una parte enorme di me. Di te. Di noi.

Avrei ascoltato la stessa fiaba anche per ore, perché avevi la capacità di condirla di ingredienti sempre diversi. Sempre nuovi.

Annoiarsi era praticamente impossibile.

Io sono cresciuta con quello stupore per la vita.

Con quella voglia di sognare. Di brillare.

Ed è a te che lo devo.

Non finirò mai di ringraziarti per avermi trasmesso questa voracità.

Questa voglia di vivere.

Questa curiosità.

Che ti spinge ad andare sempre oltre. A non accontentarti della prima risposta, perché ce ne sarà sempre una migliore, se solo avrai la pazienza e la voglia di scoprirla.

Com’è che mi chiamavi?

Ah si. “Topo di biblioteca”

Grazie per il tuo sorriso.

Che bucava ogni attimo di tristezza.

Per i pomeriggi folli passati a rincorrerci per casa o a buttarci la farina addosso cucinando.

 Per il tuo coraggio. E per il modo in cui riuscivi ad infonderlo a tutti coloro che ti circondavano.

Sei sempre stata il punto di riferimento di tutti.

Casa era diventata una sorta di “confessionale”.

 Tu. Una calamita di vita così tanto forte.

Hai sempre saputo tutto di me. Anche cose che una madre non dovrebbe sapere.

E sei sempre rimasta lì, ferma, solida. Accanto.

Donando presenza.

La cosa più importante che una figlia potrebbe mai desiderare.

Oggi mi riconosco in tantissime cose di te.

Forse perché le ho talmente tanto ammirate che le ho volute per me.  Per la mia vita e per quella delle persone che ho accanto.

Ma anche tanto diversa.

Ed è soprattutto per la mia diversità che ti stimo.

Per non averla mai ostacolata.

Per aver capito l’esatto momento in cui le mie ali erano diventate tanto forti da potercela fare da sola.

Per aver avuto la forza di vedermi sbagliare. E per aver lasciato che lo facessi.

Per esserti messa da parte, anche quando so che ti faceva male.

Riscoprirti umana, in tutte le tue debolezze ha significato solo amarti di più.

E amare me stessa di più.

Per me sarai sempre la voce di quelle favole.

Il monito a non spegnermi.

A voler tenere accesa la luce della mia vita fino all’ultimo istante di ogni singolo giorno.

Esattamente come con quella abat-jour, che di fronte ad un bel libro, non si stancava mai di continuare ad illuminare le sue pagine.