Eccomi qua…Sono tornata a scrivere dopo tanto tempo…ma sentivo assolutamente l’urgenza di farlo…
A volte la scrittura è un modo per sciogliere grovigli interiori…questo è infatti un po’ quello che sto vivendo in questi giorni. Il Natale si avvicina e a causa delle restrizioni non potrò riabbracciare i miei cari, primi fra tutti i miei genitori. Mi rendo conto che questa è la situazione di molti, ma chiaramente ognuno porta con sé tutto il bagaglio delle proprie emozioni e dei propri stati d’animo e li vive di conseguenza.
La fine dell’anno è sempre un momento di grandi bilanci..in tutta verità io posso ritenermi soddisfatta del mio…Ho cominciato a vivere in un nuovo posto, Monza, dove mi sono spostata per iniziare la convivenza con il mio compagno, ho passato ore e ore sui libri per mettere l’acceleratore e cercare di essere in tempo e a ritmo con tutti gli esami, ho lavorato tanto e ho cominciato a vivere quel famoso (e a tratti spaventoso..lasciatemelo dire) passaggio dal ruolo di figlia a quello di donna. E’ una sensazione strana…inizialmente ti sembra quasi di perdere qualche tassello…qualche pezzo di te…invece in realtà vivi una metamorfosi che ti permette di cambiare pelle senza lasciare niente indietro. Il nuovo “ruolo” ingloba e amplia il precedente, rendendoti una persona più ricca, più sfaccettata e spesso anche più in crisi (ahahah). Ma la cosa più bella di tutte è sicuramente la sensazione di costruire i mattoni della propria indipendenza. Non parlo di libertà, ma di indipendenza. Ti svegli la mattina con una nuova vocina che ti parla e che vuole essere ascoltata. Una nuova piccola te che pretende attenzioni, protezione e anche molte rassicurazioni. E sono proprio queste ultime le più difficili da dare…perchè non puoi trovarle al di fuori di te stessa..non puoi cercarle nel tuo compagno, nei tuoi genitori, nella tua migliore amica e neppure nel tuo vicino di casa. Quella vocina è “roba” tua ed è te che vuole, in un confronto da cui è impossibile scappare.
Ed è proprio questo confronto, necessario, urgente che ti fa crescere e ti permette di guardare il mondo attraverso una nuova prospettiva. Prospettiva fatta di nuovi orizzonti, spesso senza zone di approdo o porti sicuri (e per questo a volte spaventosi), ma talmente tanto pieni di nuova vita che è impossibile opporre resistenza.
Al cambiamento puoi solo andare incontro in maniera tale da trasformare questo appuntamento con il futuro in un motore di nuova evoluzione. L’alternativa è finire schiacciati da una serie di eventi che controllano te. Perché tu hai scelto di evitarli, voltandogli le spalle.
E le spalle non piacciono molto al futuro. Il futuro vuole il tuo viso, i tuoi occhi. Vuole accoglienza. Insomma, una cosa tutt’altro che semplice e sicuramente molto più facile a dirsi che a farsi, ma senz’altro stimolante. E dove c’è stimolo, c’è sempre enorme crescita. Tutto parte solo ed esclusivamente dalla nostra decisione personale.
Tante volte mi sono ritrovata sola con me stessa a pensare di non sentire quella ferma decisione dentro di me (cosa che, per inciso, mi sta succedendo proprio adesso con lo studio e le sue fantastiche scadenze all’ultimo grido). E tante volte ho pensato di essere poco coraggiosa o ancor peggio, poco determinata. Eppure poi quella forza dentro di me in qualche modo l’ho sempre trovata. La costanza di voler fare anche un solo e piccolo passo in avanti ripaga sempre. E insieme alla costanza, la gratitudine per quel piccolo e apparentemente insignificante passo è la migliore alleata. Perché i percorsi sono fatti di passi e non importa quanto la vetta possa sembrarci troppo lontana o troppo difficile. Scalando la montagna che abbiamo di fronte e affrontando tutti i momenti in cui le gambe sembreranno cedere, alla fine raggiungeremo la cima. E capiremo che peccato sarebbe stato quello di perderci quel tramonto mozzafiato.